Museo Sezione Artigianato

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L’antico orologio del campanile DI Longobucco XII sec. L’orologio, collocato sul lato sud-est del campanile, alloggiato quasi in stato di abbandono e pieno di polvere da anni in un magazzino. IL parroco di Longobucco Don Pompeo Tedesco che l’ ha dato in affidamento al Responsabile del Museo dell' ARTIGIANATO e ANTICHI MESTIERI DEL COMUNE DI Longobucco GIà inserita nel sistema museale Regionale, provinciale e nel Ministero dei Beni Culturali. L' orologio datato 1885 è stato sottoposto ad accurato restauro conservativo e collocato nella sede opportuna a salvaguardia di un bene Storico della storia di Longobucco, un bene che non veniva più utilizzato da quando era entrato in funzione il nuovo orologio elettrico, installato verso la fine degli anni ’70. OROLOGIO COSì COMPOSTO : alberi rocchetti e ruote, telaio in ghisa e bronzine, volani delle suonerie. - bilanciere ad ancora con smerigliatura degli arpioni dell’ancora. - RUOTE (o seghetti) per il suono delle ore e quarti d’ora. - varie leve in acciaio. - cavalletto in acciaio per il sostegno della macchina. - corde in acciaio con attacchi per i pesi e carrucole esistenti. Gli originali contrappesi in pietra, e piombo ritrovati gia’ in precedenza e già presenti nella mostra ,a garantire il funzionamento del meccanismo. L’orologio costruito tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 dalla ditta Isidoro Sommaruga – Costruttore Meccanico con sede in Via Solforino n. 12 - MILANO, così come inciso presenta alcune caratteristiche interessanti: - SUONERIA ore e mezze ore a 2 cilindri con carica manuale dei pesi. - COMANDO quadrante. A seguito del restauro e pulizia l’orologio è stato quindi collocato in visione al pubblico all’interno della MOSTRA ARTIGIANATO E ANTICHI MESTIERI DEL COMUNE DI LONGOBUCCO, sede idonea alla sua valorizzazione.
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IL MUSEO  Comunale di Longobucco offre ai visitatori di tutto il mondo un viaggio a ritroso nel tempo alla riscoperta storica ed antropologica del popolo longobucchese.
La campana in bronzo datata A.D. 1673 della chiesa di Sant’ Antonio da Padova in esposizione ne è testimonianza fedele ed incontroversa…
Si arricchisce dunque di un pezzo storico di Longobucco e delle sue tradizioni religiose la mostra realizzata e curata dall’ ufficio CISP (Calabria Internet Social Point) del Comune, “frammenti di storia” custoditi gelosamente nell’incantevole ex Convento dei frati Francescani Riformati (1615) a disposizione del continuo pellegrinaggio di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Le campane fanno parte della nostra tradizione non solo religiosa, ma anche folkloristica, popolare.
La Campana in bronzo dei ruderi della chiesa di Sant’ Antonio di Padova del sec. XVII in località Pezza, eretta con la elemosina dei fedeli, così come le altre chiese lungo il Trionto; Una campana dove vi si possono leggere alcune incisioni tra le quali una data certa ed incontrovertibile A.D. 1673, fusa dai fonditori dell’epoca, la famiglia Palmieri, come si evince dalla stessa. Inoltre il gancio trilobato, sulla testa quattro anelli e iscrizione, la Madonna con bambino e croce con simboli. Sulla sommità del battente cinque anelli, due sul bordo. Il legno dell'armatura che sorregge la campana rappresenta il legno della croce di Cristo; infine il ferro che unisce la campana al legno rappresenta la carità del predicatore.Una chiesa quella di Sant'Antonio da padova, il santo più venerato al mondo vissuto nel 1200, punto di riferimento per i viandanti che valicavano l'unica strada del tempo lungo il Trionto e che risalivano il fiume verso il centro abitato richiamati dal rintocco della campana che dava loro il benvenuto, tutto questo fino al 1890 data della costruzione dell'attuale ss 177. Il 1600 a Longobucco è stato contrassegnato da decenni di prosperità grazie ad una economia imperniata sullo sfruttamento delle miniere, all’agricoltura, alla coltura del baco da seta attraverso i molti appezzamenti terreni con piante di gelso, all’artigianato, al taglio dei pini in Sila e alla pastorizia. La seconda metà nonostante la laboriosità delle genti longobucchesi si registra un aumento della miseria con generale regresso della popolazione, da qui il bisogno, la ricerca di nuova speranza anche attraverso l’erezione di chiese come quella di Sant’Antonio da Padova in località Pezza
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