Museo Sezione Moto Parilla

MUSEO COMUNALE DEL CICLO E DEL MOTOCICLO "GIOVANNI PARRILLA EX CONVENTO FRANCESCANI. LA SCHEDA MUSEALE GIOVANNI PARRILLA (LONGOBUCCO 21 OTTOBRE 1911 MILANO 1976) fratello di Angelo Parrilla, medaglia d’oro al V.M., la sua la famiglia si sposterà a Mantova, città natale della madre, da dove nel 1927 Giovanni partirà per Milano... Nel 1946 Parrilla (già licenziatario Bosch per Milano) diventa costruttore. La prima moto è la Sport monoalbero. Il marchio è diventato Parilla (una sola r per ragioni fonetiche).La vita professionista ed affettiva dei Parrilla è contrassegnato da grandi nomi del mondo dello sport ed in particolare del motociclismo e dell' automobilismo. Grandi costruttori come Enzo e Dino Ferrari, grandi piloti come Juan Manuel Fangio, Ascari, la leggenda Ayrton Senna da Silva, Iarno Trully ultimo in ordine di tempo a vincere un mondiale Kartyng con la Go-Kart-Parilla. Non è mai stato facile realizzare i propri sogni. Giovanni Parrilla insieme ai suoi figli Angelo ed Achille, però ci è riuscito, costruendo dal nulla una delle più grandi case motoristiche che ancora oggi vive nei sogni e nella storia di chi ha fatto grande il mondo delle corse. Ma la produzione della Moto Parilla è stata capace di venire incontro alle esigenze di tutti coloro che hanno amato ed ancora amano le moto. Il Museo "G. Parrilla" nel sito incantato dell' ex Convento Francescani dedicato ad uno dei tanti longobucchesi che hanno fatto la storia mondiale di una Longobucco sempre al centro di qualsiasi forma ed espressione culturale.Nel 1946 Nasce la Società "MOTO PARILLA" fondata da GIOVANNI PARRILLA.La Società produce moto di serie molto apprezzate e partecipa a competizioni nazionali ed internazionali ottenendo importanti successi.Nel 1959 Nasce il primo motore al mondo a valvola rotante per Go-Kart, progettato da GIOVANNI PARRILLA in collaborazione con l'ingegnere Cesare Bossaglia. Per il mercato U.S.A.rappresenta una vera e propria rivoluzione,questo motore viene commercializzato con il nome "THUNDERBOLT" (traduzione italiana "SAETTA").I due magnifici esemplari la 175 cc. che nel 1957 ha vinto il giro motociclistico nazionale e la 125 cc. ’Olimpia presentata nel 1960 come moto leggera da turismo e si caratterizzata per il motore montato sotto il telaio in esposizione nel museo rappresentano il grande lavoro che il longobucchese Giovanni Parrilla ha eseguito con brillanti risultati in varie competizioni contribuendo affinchè il nome Parilla ben presto si diffuse tra gli amanti delle "due ruote", trasformando una scommessa tra amici in una produzione che ancora oggi rappresenta l'Italia motoristica nel mondo. Il museo "G. Parrilla", all' interno del quale si possono ammirare alcuni magnifi esemplari di tricicli d' epoca di fine ' 800, rappresenta oggi il giusto tributo da parte di una comunità rappresentata dal Sindaco di Longobucco Luigi Stasi e dall' attuale amministrazione comunale tendente ad una giusta e sacrosanta rivalutatazione delle nostre gloriose ed importanti tradizioni socio-culturali. Da sottolineare ancora una volta l' impegno appassionato ed indispensabile dei responsabili dell' ufficio CISP (EX CONVENTO FRATI FRANCESCANI) del Comune di Longobucco
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La splendida 175 a camma rialzata, che nella versione più sportiva vinse numerose gare, tra le quali spicca il Giro motociclistico d’Italia del 1957. Da questo modello, che venne esportato in numeri considerevoli negli USA, venne derivata una variante di 250 cm3 destinata a tale mercato. La validità delle realizzazioni di questa azienda è testimoniata dal fatto che quando una grande Casa tedesca, la Victoria, volle realizzare una nuova moto di 175 cm3, per motorizzarla scelse, nell’intera produzione mondiale, proprio l’ottimo monocilindrico Parilla.
Grazie all'esperienza acquisita progettò e realizzo tra gli anni 50 e 60 molte 175 a camma rialzata e tanti altri modelli anche di cilindrata più elevata. Nei modelli da competizione, La Parilla Turismo Special 175 fu prodotta negli anni 1953 e 1954 in numero limitato, in confronto ai modelli successivi, rendendo questa moto particolarmente interessante ai collezionisti. Nel 1959 Nasce il primo motore al mondo a valvola rotante per Go-Kart, progettato da GIOVANNI PARRILLA in collaborazione con l'ingegnere Cesare Bossaglia. Per il mercato U.S.A. questo motore viene commercializzato con il nome "THUNDERBOLT" (traduzione italiana "SAETTA"). Nel 1961 A seguito del crollo della produzione motociclistica italiana a favore dell'auto utilitaria, con conseguente dissesto finanziario per le più importanti case motociclistiche, GIOVANNI PARRILLA deve cedere il suo pacchetto azionario. Nel 1962 Nasce la Società "SAETTA S.r.l.", produttrice di motori per Go-Kart. Amministratore della stessa è GIOVANNI PARRILLA. Il successo commerciale e sportivo ottenuto dai motori "SAETTA" è superiore ad ogni aspettativa, e continua ininterrotto fino al 1968, anno in cui GIOVANNI PARRILLA si ritira ufficialmente dalla scena pubblica. La Società viene sciolta e la produzione di motori viene sospesa. Nel 1970 Nasce la Società "DAP S.r.l." fondata dai figli ANGELO e ACHILLE PARRILLA, produttrice di motori per Go-Kart e dal 1979 produttrice anche di telai per Go-Kart. Nel 1980 La Società "DAP S.r.l." crea il primo telaio per Go-Kart che rivoluziona la tecnica telaistica mondiale. Nel 1988 ACHILLE PARRILLA lascia la Società "DAP S.r.l." con cui collabora privatamente per lo sviluppo dei telai. Nel 1991 Nasce la "ITALSISTEM S.r.l.". Amministratore della stessa è ACHILLE PARRILLA. La Società produce motori per Go-Kart. Nel 1992 La "ITALSISTEM S.r.l." vince il Campionato Europeo F.A. Nel 1995 La "ITALSISTEM S.r.l." vince il Campionato Europeo F.S.A. e il Campionato del Mondo F.A. e F.S.A. Nel 1997 Nasce la "ITALCORSE S.r.l." produttrice di telai per Go-Kart da competizione. Le Società "ITALSISTEM S.r.l." e "ITALCORSE S.r.l." vincono la "COPPA DEL MONDO" F.S.A., classificando i loro mezzi al 1° e 3° posto a Suzuka - Japan. Nel 1998 La Società "ITALSISTEM S.r.l." produce il primo motore al mondo con valvola rotante frontale trascinata da rinvio a cinghia dentata. Nel 1999 La "ITALSISTEM S.r.l." vince il Campionato Europeo F.S.A. Per onorare GIOVANNI PARRILLA, ideatore del PRIMO MOTORE AL MONDO PER GO-KART A VALVOLA ROTANTE, la Società "ITALSISTEM S.r.l." mette nome al suo motore, primo al mondo a valvola rotante frontale, "SV21". Questa sigla vuol significare "SAETTA VALVOLA". Il primogenito "SAETTA" del lontano 1959, vede il proseguo della sua dinastia nel "SAETTA" del 1998, così come la "MOTO PARILLA" nata nel 1946 prosegue il proprio albero genealogico con l'ultima nata "ITALSISTEM S.r.l.". La Parilla è stata attiva dal 1946 alla prima metà degli anni Sessanta. Nata dalla passione di Giovanni Parrilla, inizialmente aveva focalizzato la sua attenzione su modelli da competizione, ma in seguito, dati i notevoli risultati ottenuti e il grande interesse che si era creato attorno al marchio, ampliò la sua attività, realizzando modelli stradali che ebbero un successo enorme. La Parilla 250, realizzata in versioni mono e bialbero, ha vinto due Milano-Taranto e si è imposta più volte nel durissimo campionato tedesco. Tra le moto di maggiore diffusione, e di maggior pregio sotto l’aspetto tecnico, va ricordata la splendida 175 a camma rialzata, che nella versione più sportiva vinse numerose gare, tra le quali spicca il Giro motociclistico d’Italia del 1957. Da questo modello, che venne esportato in numeri considerevoli negli USA, venne derivata una variante di 250 cm3 destinata a tale mercato. La validità delle realizzazioni di questa azienda è testimoniata dal fatto che quando una grande Casa tedesca, la Victoria, volle realizzare una nuova moto di 175 cm3, per motorizzarla scelse, nell’intera produzione mondiale, proprio l’ottimo monocilindrico Parilla. L’evento costituisce un tributo importante, oltre che doveroso, a un nome entrato nella leggenda. A di metà anni ’50, monta una Parilla 175 sport con cui partecipava alla serie Cadetti,del campionato italiano,vedete sul volto i segni della concentrazione,e per i meno esperti,vi indico come sia la Parilla sia la Ceccato abbiano entrambe il cavalletto da posteggio.. erano moto..elaborate nel motore per le gare della domenica,ma si potevano utilizzare anche in strada tutti i giorni. ..stessa gara..stesso numero..siamo a Monza..alla curva sud,meglio conosciuta come la “parabolica”..non c’erano le chicanes di oggi sui rettilinei..sbucavi dalla curva Ascari e tiravi come un matto sino alla staccata..prima di affrontare la curva…pensate ai poveri freni a tamburo..come si surriscaldavano…ed al fading..sapete che cos’è? +++ La Ceccato come la Parilla,dal distinto logo del levriero, sul serbatoio, non esistono più,ma furono fabbriche di motociclette che fecero l’Italia del dopoguerra ed ampiamente osservate.. dalla concorrenza straniera. Nella meta degli anno 50 era approdato alla Parilla l´ingegner Cesare Bossaglia, specialista in motori de competizione , alla Parilla il lavoro di Bossaglia fu fruttuoso, sua modifiche alla 175 a camma rialzata portarono tale moto ad livello competitivo mai avuto prima, tanto da far vincere a Rottigni il Giro d´Italia e la importante gara americana di Daytona, mentre V. Brambilla si aggiudico il campionato italiano. Nell´euforia di questi succesi,Giovanni Parilla decise il gran salto, partecipare con una moto totalmente nuova nel campionati mundiali. Bossaglia era un specialista di 2T di alta prestazione e con Parilla fabrica un motori inspirato nella MZ(creata per il ing. Zinmmerman e il crecimento fu de W. Kaden) .di cui avevano visto una foto pubblicata sui giornali c´e da aggiungere che si trattava di un intuizione, perche la MZ non aveva ancora vinto alcun gp, per cui non se ne conosceva il potenziale.In ogni caso la Parilla fu la prima moto con motore a valvola rotante construita nel mondo occidentale. Il motori girava a 12000 giri ,regime altissimo in quei tempi: le fusioni del carter motore in magnesio e del cilindro dimostrano che era gia previsto il terzo passagio dei gas nel carter, il sistena TT ,al quale tutti gli oltri progettisti arrivarono solo quindici anno dopo. Il telaio era contruito nella fabbrica de biciclette Wilier Triestina, di propieta di Parilla ,dove gia venivano contruiti tutti i telai per il reparto corse per vero specialista. Il progetto fu denominato "PBGP1",dopo alcono anni piu G. Parilla e Bossaglia tranfiere questa tecnologia (anno 1960)a sua motori di kart mondialmente conociuto Qui las fotos della moto e il motori ,e una pubblicita de sua motori di kar La gara finale italiano a vincere negli anni Cinquanta era il Giro d'Italia, o Giro d'Italia, che ha investito sei giorni e più di 1.000 miglia. Per la gara 1957, messo in campo una squadra di sette corridori Parilla MSDS attrezzati con dual-plug teste, due batterie e una speciale a doppio bocchettone di rifornimento gas. Gli sforzi del team non sono stati vani: il pilota Giuseppe Rottigni subito la distanza e ha preso gli onori casa top per Parilla Una grande emozione ed una forte passione si sono provate e miscelate nel partecipare sulla storia della azienda PARILLA con testimonianze dirette dei famigliari e dei loro tecnici. un fantastico percorso museale con alcuni modelli di moto PARILLA, 5 ANNI AYRTON SENNA PILOTA F1 ,ERA ANCHE PILOTA TI GHO kart Parilla Ayrton Senna da Silva nasce a San Paolo del Brasile il 21 marzo del 1960 da una ricca famiglia aristocratica: Milton Da Silva e Neide Senna. Il padre di Ayrton asseconda la propensione del figlio ai motori regalandogli a soli quattro anni un go-kart da lui costruito e dotato del motore di una falciatrice: fu il primo mezzo da corsa di Ayrton. A otto anni partecipa alla sua prima corsa non ufficiale: "Avevo solo otto anni e la maggior parte degli altri concorrenti ne avevano 15, 18 o anche 20. Le posizioni venivano determinate sulla griglia tramite un sorteggio. Mettevano dei pezzetti di carta con su scritti dei numeri in un casco. Poiché ero il più giovane, fui il primo a estrarre. Ho preso il numero uno." Pole position! era scritto nel suo destino! Il 1° luglio 1973, Ayrton fece il suo debutto in una gara ufficiale sulla pista di Interlagos. Vittoria nella prima corsa. Nel 1977 al campionato sudamericano vinse il suo primo titolo internazionale a soli 17 anni, cosa che poi ripete l' anno successivo Dal 1978 al 1981 vince consecutivamente il campionato brasiliano karting Naturalmente furono importanti le partecipazioni ai campionati del mondo del 1978 a Le Mans in Francia, nel 1979 sul circuito Estoril in Portogallo,nel 1980 a Nivelles in Belgio, nel 1981 a Parma ( Italia ), ed infine nel 1982 in Svezia a Kalmar. Per questo passo Ayrton si affida ai fratelli Parilla, proprietari della DAP, azienda situata nella periferia industriale di Milano, ma purtroppo questo legame non porta i frutti sperati, perche' per vari motivi non conquistera' mai il titolo mondiale. Un capitolo molto importante della sua vita si chiude, perche' come lui stesso dichiarava: "I go-kart sono stati la mia migliore scuola. Lì ho imparato tutti i trucchi del mestiere, dai più semplici ai più complessi". Il passo successivo di Ayrton per accumulare esperienza era di cambiare categoria, e piu' precisamente di gareggiare nella Formula Ford,ma per fare questo doveva allontanarsi dalla famiglia e trasferirsi nella patria dell'automobilismo: l'Inghilterra. Nel 1981, durante la sua prima stagione, gareggia in due campionati nella categoria 1600cc. e precisamente: il Townsend Thorensen e il RAC, ma prende parte anche alla gara di apertura del campionato P&O ( sua prima gara ). Gia' alla sua terza gara, che si disputava sotto la pioggia, Ayrton si lasciò dietro tutti e conquistò la sua prima vittoria in monoposto,una volta Iniziato a vincere ci prese gusto e nessuno riuscì più a fermarlo: era il primo pilota a vincere entrambi i campionati al debutto. , Giacomo Agostini nacque in un ospedale di Brescia dove la madre Maria Vittoria era stata prudenzialmente ricoverata in previsione di un parto difficoltoso. Il padre Aurelio svolgeva le funzioni di messo del Comune di Lovere, ove la famiglia risiedeva, contemporaneamente gestendo una torbiera di proprietà. In quegli anni, nascere in ospedale era un evento eccezionale e Giacomo si è sempre ritenuto ed è sempre stato considerato da tutti, compresa la stampa, come nativo di Lovere, tanto che il dato viene spesso riportato erroneamente anche da alcune biografie.[1] Sin da bambino venne fortemente attratto dal mondo dei motori, ma fu costretto a limitare i suoi primi impegni agonistici nell'ambito di gare clandestinamente organizzate da ragazzini, in sella all'"Aquilotto" di famiglia, sulle strade sterrate e tortuose che costeggiavano il Lago d'Iseo, o nelle locali gare di gincana, a causa della ferma contrarietà del padre verso l'insicura, in tutti i sensi, carriera di pilota. Il primo contatto con la moto l'aveva avuto a nove anni, quando decise di "rubare" il "Galletto" di papà per compiere qualche giro in paese. Giunto nella piazza, cadde rovinosamente a terra appena dopo aver fermato il veicolo, non avendo prevista l'impossibilità di toccare terra con i piedi, determinata dall'ancora insufficiente statura. Con l'"Aquilotto", però, era un vero "mago" e riusciva regolarmente a battere gli specialisti della provincia nelle gincane organizzate in occasione delle sagre paesane. Riuscì anche a farsi regalare una Parilla da fuoristrada
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Ayrton Senna ...il suo legame con Angelo Parrilla

Ayrton Senna e il suo legame con l'Italia: il brasiliano fu lanciato nei Kart da Angelo Parrilla di Origine Longobucchesi (Foto Ansa) L’INTERVISTA. Angelo Parrilla ha lanciato nei Kart il pilota brasiliano, scomparso nel 1994. “In cinque giri dimostrò il suo valore. Era malinconico, ma sapeva godersi la vita. Come quella volta che scappò due giorni con una ragazza..." I VIDEO Tragedie ed eroi: quando lo sport decide di non fermarsi di CLAUDIO BARBIERI “Ayrton era una persona educata, non rompeva mai, era calmo nei box ma quando scendeva in pista si trasformava e diventava il marziano che tutti conoscevano”. Chi parla è Angelo Parrilla, 65 anni, fondatore della Dap insieme al fratello Achille e scopritore di Ayrton Senna, tre Mondiali vinti in Formula 1 (1988, 1990 e 1991), tragicamente scomparso a causa di un incidente il 1 maggio di 17 anni fa durante il Gp di Imola. “Mio padre aveva un amico che era emigrato in Brasile – racconta Parrilla -. I suoi figli correvano sui Kart: un giorno questo amico mi chiamò e mi disse che aveva visto un talento incredibile. Io investii su di lui e lo portai in Italia. Quel talento si chiamava Ayrton Senna”. Il brasiliano sbarcò così nel nostro Paese ad appena 17 anni, ma fece subito capire di che pasta era fatto. “La prima volta che lo vidi era un ragazzino – ricorda Parrilla -. Con noi doveva correre il Mondiale di Le Mans. Lo misi su un Kart e dopo cinque giri faceva già gli stessi tempi del campione del mondo Terry Fullerton. Era un marziano, una palla di fucile”. La scoperta di avere per mano un vero e proprio fenomeno arrivò però nel momento della gara. “Chiaramente sul giro veloce era una scheggia, ma era la mischia il suo elemento naturale. Quando c’era la competizione, si esaltava. In gara faceva ciò che voleva: sorpassi a destra e a sinistra. Per me era un marziano”. Senna è sempre apparso come una persona riflessiva, pensierosa, quasi al limite della malinconia. “A volte viveva in un incubo – ricorda Parrilla -. Eravamo in viaggio per Le Mans e Ayrton mi disse di sentirsi fortunato, perché aveva i soldi per correre mentre in Brasile tanti bambini morivano di fame. Era il 1978 e questo ragionamento arrivò da un ragazzino di nemmeno 18 anni”. Ma Parrilla, nei suoi anni trascorsi a fianco del campione di San Paolo, ha anche visto un Ayrton sorridente e spensierato: “Eravamo a Fano per il Campionato Junior. Lui non correva, ma bazzicava nel box. Arrivò una ragazza molto bella e dopo qualche ora sparì con Ayrton. Due giorni dopo si presentò a Parma per effettuare dei test. Lo rimandai a casa a dormire perché era completamente distrutto da quelle 48 ore di fuoco”. Quello tra Parrilla e Senna è stato un rapporto di complicità e amicizia anche dopo l’approdo del sudamericano in Formula 1. “Non passava spesso a Rozzano a causa dei suoi impegni, ma mi telefonava costantemente. L’ultima volta che l’ho sentito fu il giovedì prima di quel maledetto fine settimana a Imola. Mi disse che voleva lasciare la Formula 1, perché non stava bene alla Williams. Voleva che lo aiutassi a tornare in Brasile per correre sui Kart”. Il destino ha invece spento ogni sogno alle 14.17 del 1 maggio 1994, quando il piantone dello sterzo della sua Williams si è rotto, facendolo schiantare contro un muretto della curva Tamburello. “Non credo alla fatalità – ricorda tra il commosso e l’arrabbiato Parrilla -. Non poteva succedere una cosa del genere, perché il piantone dello sterzo non si salda nemmeno sui trattori agricoli. Inoltre la Williams non ritirò la seconda vettura perché doveva prendere i soldi della partenza. Ayrton è morto sul colpo, ma fecero la scenetta di portarlo in ospedale per non annullare il Gp. ‘The show must go on’, come dicono gli americani”. Un legame, quello tra Senna e l’Italia, che si sarebbe rinforzato al termine di quel 1994, quando il brasiliano si era promesso alla Ferrari. “Sarebbe andato a Maranello, era già tutto definito. La Rossa era un suo desiderio”. Senna lanciato nel mondo della corse da una casa italiana. Senna tragicamente scomparso, ed entrato nel mito dell’automobilismo a soli 34 anni, a Imola. Senna che avrebbe chiuso la sua carriera con la Ferrari. Un filo conduttore che lega in maniera indissolubile all’Italia quello che per molti è stato il pilota più forte e spettacolare di tutti i tempi. A cura di Mario De Simone Uff. C.I.S.P del Comune di Longobucco
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AYRTON SENNA DA SILVA SU DAP/DAP dei fratelli Achille e Angelo Parrilla figli di Giovanni Parrilla- Si ringrazia per la foto Ayrton Senna il mio nome è Leggenda
Ayrton Senna da Silva nasce a San Paolo del Brasile il 21 marzo del 1960 da una ricca famiglia aristocratica: Milton Da Silva e Neide Senna. Il padre di Ayrton asseconda la propensione del figlio ai motori regalandogli a soli quattro anni un go-kart da lui costruito e dotato del motore di una falciatrice: fu il primo mezzo da corsa di Ayrton. A otto anni partecipa alla sua prima corsa non ufficiale: "Avevo solo otto anni e la maggior parte degli altri concorrenti ne avevano 15, 18 o anche 20. Le posizioni venivano determinate sulla griglia tramite un sorteggio. Mettevano dei pezzetti di carta con su scritti dei numeri in un casco. Poiché ero il più giovane, fui il primo a estrarre. Ho preso il numero uno." Pole position! era scritto nel suo destino! Il 1° luglio 1973, Ayrton fece il suo debutto in una gara ufficiale sulla pista di Interlagos. Vittoria nella prima corsa. Nel 1977 al campionato sudamericano vinse il suo primo titolo internazionale a soli 17 anni, cosa che poi ripete l' anno successivo Dal 1978 al 1981 vince consecutivamente il campionato brasiliano karting Naturalmente furono importanti le partecipazioni ai campionati del mondo del 1978 a Le Mans in Francia, nel 1979 sul circuito Estoril in Portogallo,nel 1980 a Nivelles in Belgio, nel 1981 a Parma ( Italia ), ed infine nel 1982 in Svezia a Kalmar. Per questo passo Ayrton si affida ai fratelli Parilla, proprietari della DAP, azienda situata nella periferia industriale di Milano, il titolo mondiale. Un capitolo molto importante della sua vita si chiude, perche' come lui stesso dichiarava: "I go-kart sono stati la mia migliore scuola. Lì ho imparato tutti i trucchi del mestiere, dai più semplici ai più complessi". Il passo successivo di Ayrton per accumulare esperienza era di cambiare categoria, e piu' precisamente di gareggiare nella Formula Ford,ma per fare questo doveva allontanarsi dalla famiglia e trasferirsi nella patria dell'automobilismo: l'Inghilterra. Nel 1981, durante la sua prima stagione, gareggia in due campionati nella categoria 1600cc. e precisamente: il Townsend Thorensen e il RAC, ma prende parte anche alla gara di apertura del campionato P&O ( sua prima gara ). Gia' alla sua terza gara, che si disputava sotto la pioggia, Ayrton si lasciò dietro tutti e conquistò la sua prima vittoria in monoposto,una volta Iniziato a vincere ci prese gusto e nessuno riuscì più a fermarlo: era il primo pilota a vincere entrambi i campionati al debutto. In una recente intervista apparsa sul sito olandese Nab.nu, lo storico costruttore Dap e mentore di Senna ai tempi del kart, ANGELO PARRILLA figlio di Giovanni Parrilla rivela un particolare della storia gloriosa e allo stesso tempo tragica del campione brasiliano. “Qualche giorno prima che si disputasse il Gran Premio di Formula 1 a Imola (1° maggio 1994 ndr), precisamente il venerdì, Ayrton mi chiamò chiedendomi se avessi potuto ospitarlo a casa mia. Mi disse che voleva lasciare la F1, mi segnalò le sue difficoltà con la macchina, a suo dire inguidabile, e che avrebbe voluto fare il costruttore di go-kart in Sud America con il mio aiuto. La mia risposta fu ovviamente positiva, e rimanemmo d’accordo che ci saremo incontrati il giorno dopo a Milano per parlarne. Purtroppo scelse di rimanere a Imola!” Ayrton Senna rimase vittima di un incidente mortale a causa del cedimento del piantone dello sterzo della sua Williams.
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In Visita a Longobucco Achille Parrilla Il figlio di Giovanni Parilla
GIOVANNI PARRILLA (LONGOBUCCO 21 OTTOBRE 1911 MILANO 1976)fratello di Angelo Parrilla, medaglia d’oro al V.M., la sua la famiglia si sposterà a Mantova, città natale della madre, da dove nel 1927 Giovanni partirà per Milano... Nel 1946 Parrilla diventa costruttore DELLA GRANDE CASA MOTORISTICA PARILLA. La prima moto è la Sport monoalbero. Il marchio è diventato Parilla (una sola r per ragioni fonetiche).La vita professionista ed affettiva dei Parrilla è contrassegnato da grandi nomi del mondo dello sport ed in particolare del motociclismo e dell' automobilismo. Grandi costruttori come Enzo e Dino Ferrari, grandi piloti come Juan Manuel Fangio, Ascari, la leggenda Ayrton Senna da Silva, Iarno Trully ultimo in ordine di tempo a vincere un mondiale Kartyng con la Go-Kart-Parilla. Non è mai stato facile realizzare i propri sogni. Giovanni Parrilla insieme ai suoi figli Angelo ed Achille, però ci è riuscito, costruendo dal nulla una delle più grandi case motoristiche che ancora oggi vive nei sogni e nella storia di chi ha fatto grande il mondo delle corse. Ma la produzione della Moto Parilla è stata capace di venire incontro alle esigenze di tutti coloro che hanno amato ed ancora amano le moto. Il Museo "G. Parrilla" nel sito incantato dell' ex Convento Francescani dedicato ad uno dei tanti longobucchesi che hanno fatto la storia mondiale di una Longobucco sempre al centro di qualsiasi forma ed espressione culturale.Nel 1946 Nasce la Società "MOTO PARILLA" fondata da GIOVANNI PARRILLA.La Società produce moto di serie molto apprezzate e partecipa a competizioni nazionali ed internazionali ottenendo importanti successi.Nel 1959 Nasce il primo motore al mondo a valvola rotante per Go-Kart, progettato da GIOVANNI PARRILLA in collaborazione con l'ingegnere Cesare Bossaglia. Per il mercato U.S.A.rappresenta una vera e propria rivoluzione,questo motore viene commercializzato con il nome "THUNDERBOLT" (traduzione italiana "SAETTA").I due magnifici esemplari la 175 cc. che nel 1957 ha vinto il giro motociclistico nazionale e la 125 cc. ’Olimpia presentata nel 1960 come moto leggera da turismo e si caratterizzata per il motore montato sotto il telaio in esposizione nel museo rappresentano il grande lavoro che il longobucchese Giovanni Parrilla ha eseguito con brillanti risultati in varie competizioni contribuendo affinchè il nome Parilla ben presto si diffuse tra gli amanti delle "due ruote", trasformando una scommessa tra amici in una produzione che ancora oggi rappresenta l'Italia motoristica nel mondo. Il museo "G. Parrilla", all' interno del quale si possono ammirare alcuni magnifi esemplari di tricicli d' epoca di fine ' 800,. Da sottolineare ancora una volta l' impegno appassionato ed indispensabile dei responsabili dell' ufficio CISP (EX CONVENTO FRATI FRANCESCANI) del Comune di Longobucco
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